Restituire acqua sempre più pura ai fiumi è stato l’obiettivo ambizioso del progetto Depurare 2.0, che vede capofila AMAG Reti Idriche spa e partner 3i Engineering spa e TEA Sistemi srl con il supporto scientifico fornito dalle Università del Piemonte Orientale, di Torino e di Padova.
Depurare 2.0, nato nel novembre del 2020, è stato finanziato nell’ambito del programma POR FESR 2014/2022 della Regione Piemonte nell’ambito del Polo di innovazione CLEVER, gestito dal consorzio Univer.
L’idea progettuale, che ha ricevuto il primo premio della Pubblica Amministrazione per i suoi contenuti originali, si è tradotta in un prototipo, realizzato da AMAG Reti Idriche presso il depuratore di Cantalupo (Alessandria), il quale tratta acque reflue urbane.
Le diverse tecnologie innovative utilizzate sono a bassissimo impatto ambientale:
– Le microalghe (phyco-depurazione) hanno dimostrato di rimuovere efficacemente l’azoto e il fosforo dalle acque reflue;
– Le zeoliti e le nanospugne sono due adsorbenti, il primo naturale, il secondo sintetizzato dall’amido di mais, che consentono la purificazione dell’acqua dall’eccesso di azoto totale;
– Le soluzioni ElettroChimicamente Attivate (ECA), a base di acido ipocloroso, si ottengono per elettrolisi di una soluzione di semplice cloruro di sodio, e si sono dimostrate totalmente efficaci, sicure, eco-sostenibili .
Inoltre, il progetto si è posto l’obiettivo di ridurre il volume dei fanghi derivanti dalla depurazione e di migliorarne la qualità, attraverso l’abbattimento di nutrienti e inquinanti emergenti come idrocarburi, farmaci e fitofarmaci, metalli pesanti. Per questo scopo è stata realizzata una vasca per l’evaporazione con aria forzata, alimentata da un impianto fotovoltaico.
Inoltre, 3i Engineering si è occupata di effettuare il Life Cycle Costing (ovvero l’analisi dei costi del ciclo di vita di un prodotto o servizio) del progetto calato su scala reale. In particolare, ha analizzato tutte le combinazioni delle tecnologie prese in esame, dal reperimento delle risorse primarie per lo studio e la costruzione degli impianti fino al loro smaltimento.
Rispetto a un depuratore tradizionale, da una prima analisi, è emerso un aumento dei costi in termini di approvvigionamento delle sostanze impiegate, tuttavia in un’ottica di industrializzazione del prototipo, i costi di approvvigionamento si abbasserebbero, rendendo di fatto i costi totali del ciclo di vita del nuovo depuratore innovativo in linea con quelli tradizionali. Sono inoltre da tenere in considerazione i vantaggi dal punto di vista ambientale, che costituiscono un valore aggiunto fondamentale della metodologia Depurare 2.0.
La sperimentazione svolta nel progetto, con la realizzazione del prototipo, in cui la successione dei processi di depurazione avviene con continuità e in automatico, potrà diventare in un prossimo futuro un sistema in grado di risolvere le problematiche di depurazione di una comunità con la prospettiva del riutilizzo delle acque.